Guest Posted June 24, 2018 Share Posted June 24, 2018 La moto-sopravvivenza è una tipologia molto specifica di motocicletta che quasi sempre si abbina al Motociclista Surviver, altresì detto McGiver, il noto protagonista della serie televisiva che riusciva a trarsi d'impaccio da ogni brutta situazione con delle invenzioni improbabili ma ingegnosissime e che denotano una capacità tecnica in ogni campo incredibile, fatte con materiale trovato al momento. Un amante, anzi un cultore del bricolage motociclistico che col riciclo, l'accrocchio (mai fatto a caso o a cialtrone, al contrario, dall'inventiva e la cura sempre sorprendente), attrezza la propria moto per affrontare qualsiasi evenienza di viaggio, per un giretto del mondo in solitaria o una tendata sul Pratomagno a suon di birra e salsicce. Spesso questo tipo di Motociclista è uso partire da casa con una quantità smodata di roba dalla dubbia utilità, come ad esempio la muta e il fucile subacqueo per una escursione sul colle dell'Agnello in inverno o il set di catene da neve ricavate da quelle della Opel Astra del nonno per un fine settimana sull'Argentario a luglio. È anche vero che senza, la moto si sbilancia, ed è sempre meglio partire preparati per ogni evenienza! Il Motociclista Surviver è un erede, o meglio è stato forgiato come concetto insieme alla moto stessa dal momento che qualcuno ha deciso che poteva essere un mezzo adatto a farci del turismo a lungo raggio e si doveva adeguare a ogni evenienza, spesso dovendo ricorrere a mezzi di fortuna per le frequenti necessità o inconvenienti alla meccanica. In varie epoche è stato rimodellato e riproposto, ad esempio negli anni '80 con l'esplosione della moda dei rally africani e delle navi da deserto a due ruote quando il Ténéré 600 doveva essere attrezzato con le staffe nei posti più improbabili per alloggiare tende, sacchi a pelo, caffettiere e stendibiancheria per un fine settimana avventuroso sui Sibillini, e recentemente in chiave special, riadattando e riciclando componenti che sembrano presi a casaccio dal monte della roba da buttare del garage e riadattati per le varie componenti della moto. Una sfilza di elementi non esattamente ortodossi si possano adattare per rendere la moto una vera guerriera della sopravvivenza. Si va dalla cartina dell'Africa coloniale posta sul serbatoio dentro la sacchetta in pelle, alla caffettiera riadattata come tachimetro, dal faro preso dalla Dyane (che a noi fiorentini è sempre suonata come un offesa a nostro signore), al kit per i bisogni fisiologici: carta per pulirsi e pala per scavare-ricoprire la buca in terra, un po' come ci hanno insegnato i nostri amici gatti. Questi sono solo alcuni componenti della moto-sopravvivenza altresì detta coltellino svizzero, e il limite all'adattare, riadattare, riparare uno scarico con quello preso in prestito dalla Panda dello zio, sfondato anch'esso ma meglio che fa racing, sta solo nella fantasia senza freni del Motociclista Surviver e nella sua capacità di risparmiare fiumi di denaro in riparazioni più ortodosse, e nel suo gusto e divertimento per il riciclo improbabile. Per me @Mozo è quello che più incarna lo spirito ??? Link to comment Share on other sites More sharing options...
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